19 maggio 2022 – il Garante ha sanzionato un’azienda per 50.000 euro, accusata di aver gestito la mail aziendale di una collaboratrice esterna.
A seguito di un reclamo arriva la sanzione, in quanto la società interessata senza preavviso né comunicazione successiva, aveva impedito alla dipendente l’accesso al suo account di posta elettronica, utilizzato per scopi puramente commerciali.
La collaboratrice sostiene che dopo aver continuamente ricevuto notifiche, sia su desktop che mobile, di richiesta immissione nuova password, cambiata a sua insaputa da remoto, aveva provveduto a segnalare il fatto alla sua azienda chiedendo il ripristino immediato, in quanto la casella di posta conteneva informazioni di lavoro e personali. Non essendo però arrivata alcuna risposta da parte dell’organizzazione, che sosteneva di dover gestire lei stessa la casella di posta in quanto l’interessata non lavorava come dipendente ma come collaboratrice esterna, la stessa si è rivolta al Garante per la protezione dei dati personali.
In seguito, dopo ispezione del garante, effettuato su mandato dell‘Autorità del Nucleo Speciale Privacy della Guardia di Finanza, e dopo la chiusura dell’istruttoria, l’Autorità ha ribadito tutti gli obblighi informativi e di corretta gestione delle caselle postali aziendali, precisando che “il fatto che la reclamante fosse un’agente e non una lavoratrice subordinata non rilevava ai fini della necessità di tali adempimenti”
Inoltre, l’azienda dovrà consentire alla lavoratrice di accedere alla propria casella di posta per recuperare la sua corrispondenza e disattivare l’account, informando clienti e fornitori con indirizzi alternativi; non potrà, infine, trattare i dati estratti dalla casella se non per la tutela dei diritti in sede giudiziaria e solo per il tempo necessario.
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